RAID e Backup

Leggendo come di consueto il blog di kevin Closson (anche se alle volte faccio fatica a star dietro a tutto quello che scrive) ho seguito un suo link al suo blog preferito e li casualmente ho visto il titolo di un post precedente che nella mia mente perversa  si ricollega alla mia ultima serie di post. Il collegamento nasce dal fatto nel titolo del posto l’autore parla di “home raid”, quello che credo di aver incontrato io nella mia difficile installazione di Linux nella succitata serie di post.

Ho trovato interessanti gli argomenti con cui l’autore  sostiene che RAID non può essere un’alternativa al backup, soprattutto in un certo contesto. Riporto tali argomenti:

  • Complessità
  • Incompletezza
  • Costo

Riguardo al costo l’autore cita l’esistenza del RAID software e il chipset ICH8 che è il successore del ICH7 da me incontrato.

Molto interessante è poi l’affermazione secondo cui un RAID, a causa proprio della ridondanza è maggiormente soggetto a guasti. La conclusione è che implementare un RAID è una strada in salita, la via della soluzione backup è quella giusta, la domanda è: come implementare tale backup?

La mia impressione, da conservatore quale sono, è che le soluzioni di RAID “economico”, quali quella fornita dai chipset ICH7, non siano molto  affidabili. Questo genere si chipset non sta mai sul mercato più di un paio d’anni, quando comincia ad essere un po’ collaudato viene rimpiazzato. Nel frattempo chi ce l’ha se lo tiene, sperando che i dischi non si rompano. Siccome la vita media di un disco dovrebbe essere ben superiore alla vita sul mercato dei chipset, quando effettivamente sarà ben collaudato il RAID il chipset sarà fuori dal mercato da un bel po’. Insomma credo che queste soluzioni siano un po’ “vorrei ma non posso”, costando un sacco di quattrini le schede (e i dischi) RAID collaudati, solitamente di tipo SCSI uno prova a ripiegare su queste soluzioni economiche, e qui allora devo sottoscrivere tutto quanto scritto da Robin Harris.

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